«Cos’è una wing woman? Vorrei mi fosse spiegato con parole semplici, tradizionali e corrispondenti ai fatti per capirci». Perché erano centinaia le ragazze in ascesa nell’universo maschile, iscritte in quelle agenzie dotate di siti dai colori uguali a quelli utilizzati per le facciate dei centri massaggi cinesi sequestrati, sotto la recente categoria lavorativa, capillarmente diffusa in rete, di W-W. E Samantha, attrice diplomata all’accademia di cinema, mi spiegò il significato della parola di origine americana diffusa anche in Europa. Breve, concisa e diretta, io e lei, entrammo da subito in sintonia:
«È una figura lavorativa importata dall’America ma il sesso, e le altre prestazioni erotiche, non dovrebbero rientrare nelle mansioni intese. Dietro remunerazione, forniamo aiuto a chi vuole incontrare e conoscere una donna. Le wing woman, in teoria, non si prostituiscono. Si tratta della nostra immagine in supporto a uomini impacciati e timidi, poco sicuri di sé stessi, affiancando i clienti in eventi e serate di vario genere senza appartarsi o darci altri appuntamenti».
«Parlami un po’ degli uomini carenti di fascino che hanno bisogno del servizio per aumentare la loro credibilità pubblica».
«La maggior parte di essi va dai trenta a sessant’anni, tra i quaranta e i cinquanta direi, e non pensare che siano sempre brutti o mostruosi. La tariffa si aggira attorno ai sessanta euro orari. Dipende anche dal tipo di evento: privato o pubblico, di giorno o di sera, se cade in un giorno festivo oppure infrasettimanale. Dalla bellezza della ragazza. Contano molto anche la sua preparazione e l’esperienza sul campo (di guerra). Considera che io guadagno tra i centocinquanta e i duecento euro a incontro, senza lo scomodo di dovermi preparare da mangiare, uscire a fare la spesa nei fine settimana che riesco a dedicarmi a questo secondo ruolo e, come Cenerentola, non supero mai la mezzanotte: è la mia regola. Ci sono agenzie che ti fanno seguire un corso di preparazione e hanno regole molto precise. La prima è il divieto di accompagnarli in posti diversi da quelli concordati al momento della richiesta».
«E mi dici cosa fai nello specifico tu per loro?»
«Io sono un attrice, per me è una sorta di esercizio di recitazione, ma a fare questo lavoro sono soprattutto studentesse, giovani ragazze e donne sicuramente belle e di classe. Capaci di fare scena, stare al centro dell’attenzione, dando lustro e prestigio al cliente. Ed io preferisco fare questo piuttosto che le marchette come certe attrici che continuano a rubarmi le parti grazie a produttori e registi che, il 25 novembre e l’8 marzo, inscenano spettacoli a favore delle donne, chiusa parentesi. Per farti capire il tipo di servizio che offriamo, pensa di trascorrere una serata fuori con il tuo amico del cuore, e non di letto, e notare che le altre lo guardano (lui non è bellissimo) interessate».
«Vero. Guardano lui e fissano te».
«Le belle donne piacciono a prescindere dal proprio orientamento sessuale ed io, alla fine, è come se mi facessi avanti al posto loro. Ma, una volta create le condizioni favorevoli a una conoscenza proficua col gentil sesso, mi allontano inscenando un assalto di gelosia incontrollabile. Mi limito a marcare il territorio: è questo il mio ruolo».
«Una sorta di Cupido moderna si potrebbe pensare».
«Mi hai dato un’idea per le mie inserzioni nelle vesti di donna ala. I clienti dicono di essere soddisfatti e, in caso contrario, in mancanza di un rimborso, non sono il piano consolatorio. Loro sono insicuri, a volte si tratta di uomini distinti e piacenti con poco tempo libero, presi dalle proprie carriere, per conoscere donne vicine ai loro gusti, e tu sei l’amica figa in affitto con cui pavoneggiarsi. E perché noi donne vogliamo sempre quello che le altre già hanno. Scatta una sorta di competizione congenita al genere».
«Tutte in cerca di un porto sicuro e tu, nel bluff, sei una promessa».
«Una recensione positiva dopo un soggiorno in un posto che ci ha piacevolmente sorprese e sentiamo di voler consigliare a nostra volta».
«È mai successo che un cliente si sia invaghito di te o che tu sia stata attratta da lui. Di flirtare e perché no, di avere una relazione vera e propria mettendo da parte i ruoli interpretati?»
«Da parte mia una volta soltanto. Mi avevano richiesta per una cena prenatalizia aziendale dove era presente la sua ex storica che, da un po’ di tempo a quella parte, faceva coppia con il loro capo. E, per evitare disagi e imbarazzi, si erano da poco lasciati, si era rivolto a me su suggerimento di un suo amico mio cliente che, non volendo più presentarsi solo alle cene di famiglia, mi aveva contatto tempo prima specificando di essere omosessuale. Avresti dovuto vedere la gelosia di lei essendo ancora innamorata di lui. Quella volta sono stata particolarmente spigliata nel mio ruolo di spalla. Mi ha attratta dal primo istante che me lo sono ritrovato davanti, il mio ragazzo attuale».
«E qualche incidente antipatico sul lavoro per il gran caos di parole in merito alla vendita prolifera di sesso?»
«Sono la maggioranza quelli che cercano altro perché, le furbastre, sottintendono di essere delle escort. Ma lavorare svincolata dalle agenzie, mi permette di scegliere quando lavorare e salire quanto basta a coprire le spese in attesa del provino giusto. Devi sapere che sono un’attrice professionista di cinema e teatro che recita il ruolo della fidanzata ottenendo riconoscimenti più lusinghieri di certe cagate che mi propone la mia agente».